● DIGITAL TRANSFORMATION 11.02.2022
● DIGITAL TRANSFORMATION 11.02.2022
Sì, è proprio una mattina di primavera quando un venticello fresco e il cinguettio degli uccelli fuori dalla tua finestra socchiusa hanno interrotto il tuo sonno. Decidi così di alzarti! Dopo un’abbondante colazione in compagnia delle notizie che ti propone lo smartphone è l’ora di iniziare a lavorare.
Apri la porta dello studio, una stanza della tua casa, indossi il visore, i guanti con sensori intelligenti e vieni catapultato in ufficio… Benvenuto nel Metaverso!
La parola “Metaverso” indica un luogo in cui convergono spazi virtuali e interattivi presenti in rete, accessibile dagli utenti attraverso un avatar che ne riproduca l’essenza attraverso le fattezze digitali.
Il primo ad usare tale termine fu, nel 1992, Neal Stephenson autore del romanzo “Cyberpunk Snow Crash“. In tale opera Neal delinea un mondo virtuale in 3D popolato da avatar che permettono ai rispettivi proprietari di costruirsi una vita nuova in rete.
Il primo prototipo di metaverso può essere ricondotto al videogame Second Life che combina la realtà virtuale (ecosistema totalmente digitale) con la realtà aumentata (inserimento di elementi digitali nel mondo reale).
Il metaverso, dunque, è un mondo virtuale, o per meglio dire, un insieme di mondi virtuali che, attraverso la tecnologia e il rendering 3D, rendono l’esperienza in rete interattiva, immersiva e condivisa.
I primi accenni di Metaverso, come realtà sociale e immersiva, possono essere identificati negli ecosistemi di gioco online di massa quali Fortnite e Minecraft.
Secondo le prospettive di Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, oggi Meta, tra un paio d’anni sarà possibile vivere una “vita virtuale” a tutti gli effetti unendo piattaforme diverse.
Se ci pensiamo, però, non siamo poi così lontani: gli strumenti digitali con i quali si è colmato il distanziamento sociale imposto dalla Pandemia Covid19 nel mondo del lavoro e dell’istruzione hanno dimostrato come gli ambienti virtuali possono essere dei validi alleati.
In questi nuovi mondi virtuali chi vi accede può svolgere, già adesso, una moltitudine di attività diverse. Attualmente nei metaversi è possibile giocare, incontrare amici e sconosciuti con i quali scambiare due chiacchiere, prendere parte a mostre, eventi e lavorare in sistemi integrati come quelli offerti da Coder Block, in cui noi di Biscuitway siamo stati trai i primi a credere e investire.
No, non sono affetta da bipolarismo estremo e sto improvvisamente cambiando idea, ma una puntualizzazione è necessaria prima di entrare nei meandri del “metaverso che non è metaverso”.
Nel romanzo di Neal Stephenson il metaverso, per essere tale, si fonda su due pilastri ben solidi:
In poche parole, di metaverso dovrebbe essercene uno solo, con standard aperti e di proprietà di nessuno. Impossibile!
Bene, fatta questa precisazione, è chiaro che tutto questo gran parlare di metaverso deriva dal proprietario del social blu che nell’ottobre 2021 ha annunciato il cambio del nome della sua azienda da Facebook a Meta:
“Per riflettere ciò che siamo e il futuro che speriamo di costruire, sono orgoglioso di annunciare che la nostra compagnia ora è Meta. La nostra missione rimane la stessa, si tratta sempre di unire le persone. Le nostre app e i loro brand non cambiano: siamo sempre la compagnia che progetta tecnologia attorno alle persone […] Ci si immergerà ancor di più nella nuova piattaforma sarà nell’esperienza, non si limiterà ad osservare. Chiamiamo tutto questo ‘metaverso’ e riguarderà ogni prodotto che realizziamo.”
Mark Zuckerberg
Amministratore delegato di Meta
Quindi si parla sì di spazio virtuale definito “metaverso”, ma non si tratta di uno spazio assolutamente libero e non centralizzato.
Prendendo in prestito il nome, allora possiamo parlare di “più metaversi” definiti come spazi virtuali, ma non separati dai giochi dei big player!
Dopo la doverosa precisazione, cerchiamo di dare una spiegazione più completa rispetto a come funzionano i metaversi.
Ciò che contraddistingue i metaversi dagli spazi virtuali nei quali agiamo ogni giorno è la persistenza dei contenuti digitali presenti al suo interno.
Cosa significa?
Grazie alle tecnologie come la blockchain, struttura di dati condivisa e immutabile basata sulla crittografia, non solo i luoghi virtuali, ma anche gli oggetti e le identità degli individui (avatar) saranno permanenti.
Questo perché ogni elemento digitale è identificato da una stringa di codice immutabile che ne attesta la titolarità e ne documenta la storicità. Emerge così come sarà possibile spostare da un mondo virtuale all’altro i beni e le identità digitali, gran parte di questi asset potranno anche materializzarsi nel mondo fisico grazie a tecnologie come la realtà aumentata. Questo rende possibile attribuire un valore, sociale ed economico, nel mondo fisico a proprietà del mondo digitale.
Le dinamiche di funzionamento del Metaverso si intrecciano, attraverso un’intricata trama, con quelle degli NFT (Non-Fungible Token).
Gli NFT sono oggetti unici e persistenti acquistabili in rete che possono essere paragonati ad opere d’arte. Ad ogni bene è legato un codice crittografato che attesta la proprietà e ne regola il valore sul mercato.
Il primo incrocio fra queste due realtà virtuali è il mercato immobiliare dei terreni nel metaverso. Lo spazio e le strutture presenti nei mondi virtuali sono tutti NFT acquistabili sui marketplace del mondo crypto. Gli usi di tali spazi sono fra i più disparati ponendosi al servizio del mondo del gaming, dell’intrattenimento attraverso eventi e concerti, della formazione e delle attività professionali, del marketing.
Entrare nel Metaverso è più facile di quanto si possa pensare. Per immergerti all’interno di uno dei mondi virtuali ti basta scegliere la piattaforma da utilizzare, un computer e una connessione a internet.
Una volta scelto l’ecosistema virtuale nel quale immergersi, nella maggior parte dei casi, ti verrà chiesto di creare un avatar che riproduca le tue fattezze fisiche con il quale presentarti alla comunità digitale.
Per aumentare l’immersività dell’esperienza potrai indossare degli occhiali VR che ti permetteranno di immedesimarti nel personaggio e interagire con gli elementi presenti a 360°. La tecnologia più progredita e diffusa, per questo genere di esperienze, sono gli Oculus prodotti da Meta.
Negli ultimi mesi, il Metaverso e gli NFT sono stati l’argomento di discussione preferito fra i professionisti del settore, smanettoni di tecnologia e non.
Il renaming del gruppo Facebook in “Meta Platforms” è stata la notizia che ha sconvolto il mondo, ma non solo: vogliamo parlare di Bored Ape Yacht Club? Queste “scimmie annoiate sono state il fenomeno più sorprendente degli ultimi tempi. Bramate da schiere di entusiasti scommettitori del mondo delle criptovalute, il loro NFT è stato inizialmente venduto per 200 dollari l’unima, ma si sa, come avviene sempre per eventi inspiegabili, il loro valore è schizzato alle stelle e oggi alcune di quelle scimmie valgono più di un milione di dollari.
Per non parlare della miriade di iniziative che brand come ad esempio Louis Vuitton, H&M, Nike, Samsung e CocaCola hanno lanciato nei Metaversi!
I big data finora generati dai diversi metaversi fanno emergere come la moda stia guidando il passaggio dal mondo fisico a quello virtuale.
Le più note maison internazionali, alcune delle quali italiane, stanno facendo da apripista alla conversione del loro catalogo fisico in versione NFT. I capi prodotti da questi brand, una volta acquistati, potranno essere letteralmente “indossati” dagli avatar nei videogiochi o dagli utenti sui social attraverso i filtri da applicare alle immagini.
Il mercato della moda che da sempre si è contraddistinto per la sua forte esperienzialità fisica, durante la chiusura forzata da Covid-19, ha fiutato la possibilità di sviluppare asset digitali da integrare all’interno di giochi e ambienti virtuali sempre più popolati e classificati come i nuovi spazi di socializzazione.
In Italia, OTB proprietaria di brand come Diesel e Margiela ha annunciato la nascita di una nuova business unit chiamata “Brave Virtual Xperience”.
La stessa Gucci, sotto la guida dell’illuminato Alessandro Michele, ha recentemente organizzato l’evento immersivo “Gucci Garden” in contemporanea all’omonimo evento fisico organizzato a Firenze. Per l’occasione è stato creato un metaverso popup sulla piattaforma di gaming “The Sims”.
Nike, brand sportivo e all’avanguardia, ha sviluppato la strategia al momento più completa per presidiare i nuovi mercati del metaverso. Oltre ad aver registrato la proprietà intellettuale dei propri marchi (Nike, Just Do It, Jordan e Air Jordan, il logo swoosh e il logo Jordan silhouette), ha depositato una domanda di registrazione di un brevetto all’Us Patent and Trademark Office per un “metodo per fornire beni digitali crittograficamente protetti”. Da ultimo il 13 dicembre Nike ha annunciato l’acquisizione della società americana Rrfkt, specializzata nella creazione di sneakers virtuali e oggetti da collezione.
Un tempo sentendo la frase “Boom del mercato immobiliare” il nostro cervello avrebbe immediatamente pensato alle lussuosissime ville di Hollywood, a monumentali case vista Colosseo o al Financial District londinese. Oggi, invece, il mercato immobiliare sta spostando un ingente numero di capitali e risorse sui metaversi e nell’acquisto di spazi virtuali.
I terreni, nello spazio virtuale si intende, vengono comprati sotto forma di NFT generando un certificato che ne garantisce l’autenticità e la proprietà alla stregua di un atto notarile.
Decentraland, spazio virtuale fruibile da febbraio 2020, aveva già iniziato a vendere lotti di terreno (piccole porzioni di pixel) già nel 2007, in tempi non sospetti.
Composto da poco più di 90.000 appezzamenti di terreno virtuale che all’inizio della vendita avevano un prezzo che si aggirava attorno ai 20 euro, oggi, le porzioni di terreno virtuale più economiche valgono circa 12.000 euro.
L’azienda Boson ha pagato un milione di euro per 259 pezzettini su cui “costruire” un centro commerciale virtuale. Il co-fondatore di Boson Protocol Justin Banon decrypt ha affermato:
“Sarà un centro commerciale che collegherà un’estremità a Decentraland e l’altra a vari negozi del mondo reale, creando una connessione tra il metaverso e il mondo reale.”
Boson Protocol Justin Banon
Oltre che acquistare terreni, sui metaversi, gli spazi possono essere presi in affitto.
Come nel mondo reale, anche in quello virtuale, esistono società immobiliari che si propongono da intermediarie tra domanda e offerta. La più nota è Metaverse Properties.
Succede tutto come nella realtà! Alcune fra le società immobiliari operanti nel metaverso oltre che mettere in conttatto proprietari e potenziali acquirenti, comprano anche lotti di terreno, costruiscono spazi di design polifunzionali per infine vendere la struttura completa a brand e aziende che vogliono traslare la loro identità nel virtuale.
Approfondiró questo argomento in un articolo dedicato, ma intanto non possiamo non farci questa fatilica domanda: come cambieranno gli acquisti online?
La domanda è lecita, ma, a quanto pare, la risposta è abbastanza scontata: in effetti, se teniamo ben a mente che il Metaverso è un mondo virtuale (ma assolutamente reale) accanto a quello “fisico”, ne consegue che il destino degli shop online è segnato.
Quello che risulta inevitabile è che l’e-commerce sarà parte integrante del metaverso e molto probabilmente rappresenterà un’ottima opportunità per chi sarà in grado di comprenderne le dinamiche.
Questo significa che tutto il mondo virtuale si trasferirà nei metaversi? Assolutamente no! Saranno piattaforme come altre, cambierà la modalità, la tecnologia, ma non l’obiettivo.
Le declinazioni dei metaversi negli e-commerce sono potenzialmente infinite, ma dobbiamo fare attenzione a porci le giuste domande:
Come ci piace sempre affermare, noi di Biscuitway al fumo preferiamo l’arrosto!
Siamo pronti a prendere parte al design all’interno di questi spazi virtuali, ma senza perdere mai il giusto focus. Vuoi farlo anche tu?
Raccontaci la tua realtà imprenditoriale e progettiamo insieme l’entrata della tua azienda nel nuovo mondo. Prenota un caffè insieme a noi dal pulsante qui sotto!
Written By
Gabriella Massara
Marketing Specialist