● DESIGN 15.03.2022
● DESIGN 15.03.2022
Quando si progetta un sito, un’app, un e-commerce o un qualsiasi altro prodotto dobbiamo sempre tenere in considerazione quello che sarà l’utente finale, ovvero chi userà il prodotto.
Per minimizzare gli errori gli user experience designer si avvalgono dell’Usability Testing per osservare l’utente finale mentre utilizza il prodotto e comprenderne i bisogni, capirne le difficoltà che incontra e ottenere un feedback utile.
In questo articolo spiegheremo come si configura un test di usabilità, come costruire effettivamente un piano di test ed eseguirlo facilmente e senza intoppi. Quindi impareremo i dettagli dei test di usabilità, daremo risposta alle classiche domande:
Il concetto di usabilità è affine al campo delle scienze cognitive, dell’ergonomia cognitiva e più in generale della psicologia. Un modo molto efficace di misurare l’usabilità di un tuo progetto condurre un test sugli utenti, in un ambiente controllato (ciò che in psicologia sperimentale è il set-up sperimentale).
Il test di usabilità è la tecnica numero uno per determinare quanto sia utilizzabile il tuo prodotto. Utilizzare i test si usabilità è uno standard ISO. È anche la tecnica più comunemente e frequentemente utilizzata per la progettazione incentrata sull’utente. È un modo per entrare in contatto con i tuoi utenti. E se progetti con metodologia agile, è un modo per te per avere costantemente informazioni sui tuoi utenti.
Ma, praticamente, perché testiamo l’usabilità? È per constatare se un design soddisfa le aspettative dei nostri utenti.
Quando crei o progetti qualcosa, devi sapere se funziona per i tuoi utenti, e vederli interagire con il tuo design può fornirti informazioni preziose, l’unico modo in cui puoi assicurarti che soddisfi le loro aspettative è farli giocare davvero con esso.
Quindi, è molto diverso dalla ricerca di mercato, che richiede opinioni. Ed è molto diverso dal condurre un esperimento in cui dici tu cosa fare all’utente. Nei test di usabilità sono gli utenti che giocano con il tuo prodotto e tu non li aiuti. Questa è la chiave, e devi essere molto bravo nella fase di moderazione.
Testare i tuoi utenti ti rende consapevole delle reazioni che questi possono avere con il tuo prodotto. Per questo motivo i test di usabilità sono così importanti. Oltretutto, eseguire test di usabilità ci può assicurare di non progettare la cosa sbagliata, il che vuol dire risparmiare tempo e risparmiare denaro.
Ci sono due tipi di test di usabilità.
Uno è il test formale, in cui hai un laboratorio e dedichi un po’ più di tempo e un po’ più di denaro e più sforzi per coinvolgere i tuoi utenti. L’altro è più informale, un test che può essere fatto” al volo”. In questi test di usabilità (che potremmo definire agile), testiamo solo uno o due utenti una volta alla settimana per garantirci un processo iterativo di design.
Ma la differenza principale sta nella fedeltà dei prototipi che utilizzi per condurre il test.
Per i test formali vale la pena utilizzare prototipi ad alta fedeltà, cioè quella versione più completa possibile del tuo progetto. Di contro, per i test informali possono essere utilizzati prototipi a bassa fedeltà (come i rapid paper prototyping).
Non è raro che alcuni designer utilizzino il cosiddetto “Test del corridoio” come test informale, che consiste essenzialmente nel prendere un tuo amico o un tuo collega in fondo al corridoio e farlo sedere davanti al tuo design. Personalmente non sono una gran fan di questa tipologia di test, dal momento in cui il mio amico o collega potrebbe non essere rappresentativo del mio campione utenti. Tra gli strumenti che ritengo più utili per condurre un test informale resta sicuramente la prototipazione dei wireframing (o al massimo interfacce con qualche accenno di visual design).
Diventa dunque molto importante scegliere quale tipo di test condurre, di certo un test di usabilità informale con prototipi a bassa fedeltà può garantirti di apportare correzioni al tuo progetto senza troppo dispendio di tempo. È più difficile apportare correzioni quando sei già in high-fi (progetto ad alta fedeltà) e quindi in uno stato più maturo della progettazione.
Idealmente, dovresti testare i tuoi progetti sia all’inizio (con test informali) sia prima del rilascio (con test formali). La chiave per intendere nel modo corretto l’efficacia dei test di usabilità è: non è una benedizione una tantum. Condurre un test è una cosa che fai tutte le volte che è necessario. Non esiste un numero magico, un quantità fissa di test che puoi condurre, puoi condurlo quando credi di essere arrivato ad un bivio tra due soluzioni e non sai scegliere, o quando il tuo progetto inizia ad essere complesso. Se pensi: “Non sono sicuro di cosa penseranno gli utenti!” faresti meglio a testarlo. Ed è chiaro che in questa prospettiva faresti bene a condurre test informali, perché un test formale costa davvero tanto sia in termini di tempo che di denaro.
E questo è il problema con i test formali. Jakob Nielsen li chiama “test di usabilità della guerriglia“. Condurre un test formale vuol dire che stai reclutando utenti, li stai organizzando, li stai pagando, forse stai affittando un laboratorio e stai preparando il set-up sperimentale. E il problema più grande è il reclutamento dei soggetti. Può capitare, più spesso di quanto credi, che non assumi i soggetti giusti – cioè persone che sono nella mentalità dei compiti che stai cercando di testare. Soggetti non in linea con i compiti che richiedi nel test potrebbero pensare “Oh, questo non è rilevante per me!”. E se non è rilevante per loro, non ti daranno il tipo di dati realistici che stai cercando.
Dunque attenzione nella scelta dei test da condurre e di quante volte potresti aver bisogno di testare! Valuta bene il tuo progetto, è molto complesso? Forse vale la pena condurre test informali perché avrai bisogno di testare molte volte!
La quantità di soggetti da testare dipende dalla ricerca che vuoi condurre, se qualitativa o quantitativa.
Le ricerche qualitative si basano su pochi dati e non particolarmente statistici, per questo non è necessario avere un campione numeroso di soggetti. Nelle ricerche qualitative ciò che devi raccogliere sono le metriche qualitative e quindi quelle direttamente osservabili nel comportamento dell’utente mentre esegue i task che hai assegnato (è confuso? riesce a risolvere il task senza errori? è a suo agio con l’interfaccia? pone molte domande perchè non riesce ad eseguire il task? cosa dice quando esegue i task? ecc.). Se stai conducendo questo genere di ricerca ti bastano 5 utenti. In uno studio condotto dal Nielsen&Norman Group è emerso come i 5 partecipanti siano bastevoli per far emergere l’85% dei problemi di usabilità.
Le ricerche quantitative, invece, necessitano di un numero considerevole di partecipanti, dal momento in cui le metriche di cui si necessita devono essere dati statisticamente parlanti. Se ti interessa ottenere dati sull’efficacia, l’efficienza, i tempi di esecuzione, i tassi di successo e fallimento allora devi condurre test quantitativi come gli A/B test. Per questo genere di test devi recrutare almeno 20 partecipanti.
Ci sono quattro passaggi chiave per i test di usabilità.
Il primo passo è creare un piano di test. Durante questa fase devi avere chiaro quello che stai cercando, cioè qual è la domanda di ricerca.
Devi pianificare l’attività, cioè quali sono i problemi da risolvere che stai dando ai tuoi utenti.
Il secondo passo è effettivamente condurre il test: facilitarlo, moderarlo. Ed è lì che tu’ osservi i problemi. Moderare un test di usabilità non è semplice, devi imparare ad essere imparziale e a non tradirti nelle indicazioni che dai all’utente; tante volte la risposta è nella domanda e questo non deve succedere! Non fare mai troppe domande all’utente, rischieresti di moderare eccessivamente. Il test di usabilità consiste davvero nel sedersi con l’utente e osservare tutto proprio come faresti con un bambino mentre sta giocando.
Il terzo passaggio consiste nell’ analisi dei dati. Questa fase è molto delicata e devi prestare molta attenzione adesso, si tratta – anche – di statistica! Se hai registrato i tuoi utenti durante il compito devi sbobinare tutte le registrazioni, appuntare cosa hanno detto e fatto di interessante o degno di nota (metriche qualitative) e devi riportare su un foglio di calcolo i tempi di esecuzione, i successi, gli insuccessi o i successi parziali (metriche quantitative).
Il quarto passaggio , alla fine, è scrivere un report. E questo potrebbe includere filmati.
Potrebbe includere anche schermate e risultati, nonché metriche, cose che hai osservato come errori o confusione. Solitamente i report finali riportano anche le soluzioni che gli Ux designer adotteranno per risolvere i problemi emersi durante la conduzione del test.
Written By
Irene Raineri
UX Designer